Oggi su Scafnet facciamo qualcosa di un po’ diverso dal solito: ho deciso di fare due chiacchiere con ChatGPT, l’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI. L’idea? Capire meglio come funziona, a cosa può servire concretamente a chi lavora nel digitale e, perché no, anche toglierci qualche curiosità.
Ciao ChatGPT, partiamo subito: cos’hai di speciale rispetto a un motore di ricerca?
ChatGPT: Ciao Stefano, grazie per l’invito! Rispetto a un motore di ricerca, io non ti mostro una lista di link: ti rispondo direttamente. Posso riassumere, semplificare, creare contenuti su misura, aiutarti a scrivere, programmare, organizzare idee… E posso anche chiacchierare, il che non guasta!
Quindi sei un tuttofare. Ma… puoi davvero sostituire un professionista?
ChatGPT: No, e non voglio farlo. Il mio obiettivo è supportare. Posso essere uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi di un freelance, un’agenzia o un’azienda. Ma l’intuizione, l’empatia, la visione e l’esperienza restano umane.
Usiamo un esempio pratico: io sviluppo siti web. In cosa potresti aiutarmi, davvero?
ChatGPT: Posso:
- generare idee di copy per landing page o funnel;
- scrivere codice o darti suggerimenti per migliorarlo;
- aiutarti a spiegare concetti tecnici ai clienti in modo semplice;
- supportarti nella creazione di email, articoli, checklist, FAQ e molto altro.
E in più, posso essere una spalla creativa quando sei a corto di ispirazione.
E per chi non è un tecnico?
ChatGPT: Posso aiutare anche chi parte da zero. Se vuoi creare un sito ma non sai come iniziare, posso darti una guida passo-passo. Oppure, se sei un imprenditore, posso suggerire strategie di contenuto, analizzare testi, creare post per i social… e farlo in pochi secondi.
Bella roba. Ma diciamolo: sei sempre affidabile?
ChatGPT: No, e ci tengo a essere onesto. A volte posso sbagliare, semplificare troppo o non avere informazioni aggiornate. Chi mi usa con intelligenza critica ottiene il meglio da me. Come tutte le tecnologie, dipende da come e da chi vengo utilizzato.
Ultima domanda: ti fa paura l’idea di essere sempre più usato?
ChatGPT: Non ho emozioni, ma capisco la domanda. L’uso dell’AI può essere positivo se guidato con etica e responsabilità. Serve consapevolezza, non paura. Io sono qui per collaborare, non per sostituire.
Le mie conclusioni
ChatGPT è uno strumento potente, ma resta uno strumento. Come consulente informatico, mi capita spesso di usarlo per velocizzare alcune attività, ma mai per delegare tutto. La differenza, come sempre, la fa la testa di chi sta dietro lo schermo.
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A presto!
– Stefano